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OLTRE I GRANDI NOMI: IL FUTURO DELL’OLIO TOSCANO PASSA DAI TERRITORI “TRASCURATI”

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L'OLIO D'ALTURA


In Toscana l’olio extravergine d'oliva è linguaggio.

Ma come accade per ogni lingua antica, alcune voci rischiano di perdersi nel rumore delle denominazioni più celebrate.

La 52ª Rassegna Re Olio di Reggello mi ha evidenziato che esistono territori straordinari, spesso dimenticati dalle logiche di mercato, dove l’extravergine toscano esprime una purezza e una profondità che non sono comuni. È una Toscana che sale verso le colline alte, tra i 350 e i 650 metri di quota, dove le piante di ulivo crescono lente, l’aria si fa più sottile e la terra racconta un'idea diversa di eccellenza.


REGGELLO, UN TERRITORIO D’ALTURA CHE CHIEDE ASCOLTO

Reggello si distende sulle pendici del Pratomagno, tra boschi, vigne e antichi uliveti. L’altitudine, l’escursione termica e i suoli misti di argilla e galestro disegnano un terroir molto severo e poco generoso con chi cerca quantità, ma perfetto per chi persegue la qualità.

Qui, a Reggello l’olio nasce da raccolte anticipate, rese più basse e una freschezza aromatica difficile da trovare altrove: note verdi di carciofo e cardo, un amaro fine e un piccante molto netto e incisivo, segno di un profilo fenolico ricco.

In poche parole parliamo di oli di montagna, nel senso più nobile.


UN’ECCELLENZA SENZA ETICHETTA FAMOSA

Si sa che in Toscana e nel mondo, le denominazioni contano, e molto.

Ma le denominazioni spesso non bastano.

Territori come Reggello, pur inseriti in aree di riconosciuta vocazione, restano fuori dai principali circuiti di comunicazione e di mercato. Eppure custodiscono un potenziale enorme: non solo qualità, ma anche autenticità, sostenibilità è un'identità contadina viva e vibrante. La differenza, molto spesso, non la fa solo il timbro sul collo della bottiglia ma la fa la capacità di raccontare un’origine in modo coerente, misurabile e riconoscibile.

E su questo fronte Reggello ha tutto per costruire un proprio spazio.


I PICCOLI PRODUTTORI SONO L’ANIMA SILENZIOSA DELL’OLIO

Chi visita Re Olio se ne accorge subito: non ci sono stand scintillanti e patinati, ma persone. Sono famiglie che coltivano ulivi da generazioni, frantoi che ancora profumano di legno e pietra, produttori che investono sulla qualità territoriale — raccolta precoce, la frangitura entro poche ore, acciaio inertizzato, batch tracciabili.

Il loro limite non è tecnico ma strategico.

Mancano strumenti di comunicazione, visibilità digitale, reti commerciali e molto spesso il mercato li costringe a scelte quasi difensive: vendere a poco o restare confinati nel perimetro locale.

Eppure secondo me sono proprio loro a rappresentare la parte più vera e promettente dell’olio toscano contemporaneo.

Il nodo, però, non è il prodotto, ma è il posizionamento con problemi relativi tipici. Parlo del prezzo spesso non correlato ai costi (raccolte su pendii, rese basse da raccolto precoce dell 8–14% contro un costo/litro aziendale invece alto), parlo del branding spesso disomogeneo, dei siti web, se presenti, oramai obsoleti e dei contenuti tecnici non tradotti a specifico beneficio d’uso di chef e buyer nazionali e internazionali, canali di vendita poveri (spesso solo vendita diretta o mercatini) e nessun accesso stabile a ristorazione internazionale o negozi specializzati.


DAL RACCONTO ALLA STRATEGIA

Il quadro toscano include DOP storiche (es. Chianti Classico, Lucca, Terre di Siena, Seggiano) e l’IGP Toscano (anche con sotto-menzioni geografiche).

Reggello, pur dentro aree di grande valore agronomico, soffre di scarsa brand-awareness.

Un'evidenza saggia come strada maestra è, oggi, non contrapporsi ai grandi nomi, ma semplicemente differenziarsi per stile e territorio

Reggello può trasformarsi perfettamente in laboratorio dell’“Olio d’Altura”, una categoria di valore che unisce caratteristiche organolettiche, etiche e narrative e oli più verticali, più freschi e molto più contemporanei.

Una breve strategia a grandi linee, può essere vista in tre tempi:

  • nel breve periodo, un racconto condiviso del territorio — identità visiva, mappa altimetrica, video brevi e degustazioni guidate tutto l'anno e durante la stagione olearia.

  • nel medio periodo, una rete organizzata tra produttori e frantoi con disciplinare comune su raccolta, frangitura e conservazione.

  • nel lungo periodo, un marchio collettivo “Reggello Alta Quota”, supportato da percorsi turistici e da eventi esperienziali dedicati all’olio di montagna.


LA TRADIZIONE DEVE GUARDARE AVANTI

L’olio extravergine d'oliva a Reggello e in altri territori simili, da sempre non è accessorio gastronomico, ma una vera e propria cultura materiale che si trasforma con forza in un'esigenza individuale e collettiva.

Gli uliveti a terrazza, varietà storiche come Frantoio, Leccino, Moraiolo , i frantoi di piccole dimensioni fanno parte di un patrimonio che rischia di perdersi se non entra nel presente.

Innovare non significa sempre tradire (anche se succede spesso oggigiorno) ma tradurre la tradizione in un linguaggio comprensibile per chi oggi sceglie non la massificazione, ma un prodotto originale e vero per i valori che rappresenta: territorio, sostenibilità, salute, gusto e unicità.

Oggi il vero viaggiatore del gusto cerca autenticità e non“marchi”.


VERSO UN NUOVO RACCONTO OLEARIO

Ciò che serve, più che mai, è organizzazione e una narrazione continuativa.

Non bastano gli eventi di novembre.

Serve una voce riconoscibile tutto l’anno — digitale, coerente, formata — capace di tradurre la tecnica in emozione e la fatica quotidiana in valore percepito.

Ogni territorio dimenticato della Toscana potrebbe ritrovare spazio non chiedendo attenzione, ma meritandola con strategia, verità e competenza.


In fondo, il futuro dell’olio extravergine toscano potrebbe nascere proprio da qui: dai territori che nessuno guarda, ma che continuano a fare bene, in silenzio.


Per chi lavora, osserva o sogna in questi contesti, il vero dilemma non è produrre di più, ma far capire quanto valore c’è in ciò che già esiste.


Se vuoi parlarne, condividere visioni o progetti su come valorizzare questi luoghi e chi li custodisce, scrivimi e ogni confronto potrebbe diventare una chiave di crescita.


E ora — lascio spazio alle immagini, la galleria fotografica di Re Olio che racconta, meglio di qualsiasi parola quello di cui ho scritto.





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